DI.DI.AU. "luminosa ironia"

Angelo Paparcuri è un bambino prodigio, non fraintendete il nostro eroe anagraficamente ha abbandonato l'infanzia da molto tempo, ma certamente il suo temperamento ha conservato alcuni aspetti di tale età: fondamentalmente i suoi sono oggetti lucidi assemblati con fili, cavi, rondelle, reti metalliche, pulegge e cinghie, trasformatori, solenoidi, borchie, diodi, molle, lampade alogene, catene, tubi e manicotti. Le forme così ottenute sono quelle di un meccano fantasmagorico in cui la figuratività è un pretesto per dare libero sfogo ad una creatività entusiasta. L’immagine che permeano tali oggetti è simile a quella rappresentata da certi film postatomici ma depurata da ogni cupezza, da ogni possibile riferimento a qualsiasi olocausto nucleare un postatomico preadulto. Piuttosto i cinematismi ricordano i luna park, le giostre, le girandole e danno una interpretazione particolare della tecnologia. Per il nostro prodigioso scienziato pazzo che cos'é la tecnologia? E' la luce nella notte che illumina tralicci metallici dorati, esili torri prive di superfici che riproducono movimenti senza scopo, mulini senza vento, pulegge ironiche muovono cinghie di trasmissione, liquidi salgono per improbabili alambicchi e luci pulsano: è la devoluzione della tecnologia, depurata da ogni intellettualismo e da ogni problematicizzazione, alla ricerca di una nuova arcadia in cui alla natura si sostituisca una scienza senza inquietudine.

Mino Renato Alessi