Luce da luce. I Dispositivi Dinamici Autoilluminanti di Angelo Paparcuri.

L'home page di Angelo Paparcuri, in arte ilgeniodellalampada, è illuminante (il termine si impone da sé) per la comprensione della complessa filosofia estetica sottesa ai suoi Di.Di.Au. (dispositivi dinamici autoilluminanti): una ruota dentata in movimento fa scorrere una pellicola cinematografica su cui nello stesso tempo installa, imprime, pianta la luce, col gesto ripetitivo e uniforme di un braccio meccanico filiforme alla cui punta c'è una lampadina. E sotto, scorre una scritta: L'arte illuminante.
È chiaro che le Installazioni di luce, così si chiama il congegno, sono metafora della Settima arte, che riceve distillati di luce nel suo processo formativo e li restituisce amplificati di senso e di emozioni. Metafora, dunque. Non semplice gioco o sperimentazione "cinetica". Se l'appunto principale che viene mosso alla cosiddetta "arte cinetica" è quello di esaurirsi nella "trovata" o nella novità dell'esperimento, le costruzioni di Paparcuri sfuggono a questa critica perché sono infatti anche metafora. Esse riescono, con la loro dinamica percettiva, per dirla con Gillo Dorfless, "a implicare anche una trasformazione nella sensorialità del soggetto che non sia mero divertimento ma possa incidere sulla soglia della sua attività cosciente". Le opere di Paparcuri costituiscono dunque esperienze cinetico-luminose che sintetizzano pensieri. Esse catturano il fruitore così come la luce attira le falene, ma non ne bruciano l'esperienza in un significato univoco. Ci sono sollecitazioni che implicano maggiormente un coinvolgimento emozionale (come non lasciarsi suggestionare dalla poesia di un'opera come Verba volant, dove ciascuna delle lettere che compongono la frase latina è un panno steso al vento o come non seguire il misterioso e complesso dinamismo luminoso di La madre superiora o di La sedia Pallante o de Il Mulino), ma subito dopo ognuno può svincolarsi dall'atmosfera ipnotica e arrivare alla luce, al logos, al pensiero. E lo può fare cogliendo i particolari, i tanti particolari di queste sculture in movimento o le sollecitazioni che vengono dagli stessi titoli che l'Autore da ad esse.
Sotto le lettere sventolanti di Verba volant, per esempio, ci sono i disegni di due emisferi cerebrali appiattiti. Le parole volano per chi non è disposto o pre-disposto ad ascoltare. O si può osservare che spesso ciò che è più piccolo può dare forza a chi è più grande o, come in La madre superiora, ci si può rendere conto che "c'è sempre un occhio particolare" quando si osservano due cose contemporaneamente. Il gioco, insomma, si fa filosofia in Paparcuri perché l'artista riesce a coniugare una creatività particolarmente feconda con le applicazioni scientifiche, realizzando quell'unità tra arte e scienza a torto da secoli completamente divaricata.

Gaetano Cristino